Droni ispirati agli uccelli rapaci: la nuova frontiera per muoversi tra grattacieli e parchi eolici offshore
Immagina un drone che volteggia con la stessa raffinatezza e agilità di un gufo durante la caccia: capace di infilarsi tra i palazzi di una metropoli, schivare ostacoli improvvisi e atterrare con precisione su una piattaforma stretta in mezzo al vento. Non è fantascienza, ma la direzione di ricerca che sta seguendo il team dell’Università di Surrey con il progetto “Learning2Fly”.
Un drone a “ali fisse” che impara dalla natura
Guidati dal dottor Olaf Marxen, gli ingegneri stanno studiando i segreti del volo degli uccelli rapaci per trasportarli su una nuova generazione di droni a ali fisse: più efficienti nei consumi ma finora meno agili rispetto ai classici droni a eliche. L’ispirazione viene dal modo in cui gufi e altri uccelli manovrano in ambienti stretti, superando con relativa facilità raffiche imprevedibili e ostacoli complessi.
A differenza dei droni rotanti, che consumano molta energia, i droni a corpo fisso sono ideali per coprire lunghe distanze e missioni di lunga durata, come l’ispezione di turbine eoliche offshore, ma hanno per tradizione mostrato scarsa manovrabilità in spazi angusti. L’obiettivo di “Learning2Fly” è rompere questo limite con un approccio totalmente nuovo.
Immagini 3D a nanoscala per comprendere le eruzioni vulcaniche e prevederne i rischi
Ricostruzione 3D di un aggregato di nanocristalli osservato in una roccia vulcanica (figura modificata dall'originale pubblicata nell'articolo Bamber et al., 2025). La scala è di 1 micron
Uno studio internazionale coordinato dal Cnr-Issmc di Faenza ha per la prima volta utilizzato una tecnica innovativa su rocce vulcaniche, la pticografia a raggi X, per analizzare in 3D su scala nanometrica i cristalli che si producono durante un’eruzione vulcanica esplosiva. In questo modo è possibile ottenere informazioni cruciali per una corretta valutazione del rischio in occasione di eruzioni particolarmente esplosive. La ricerca è pubblicata su Nature Communications
L'Istituto di scienza, tecnologia e sostenibilità per le ceramiche del Consiglio nazionale delle ricerche di Faenza (Cnr-Issmc) ha coordinato uno studio internazionale che apre nuove prospettive nella comprensione delle eruzioni vulcaniche altamente esplosive, le più pericolose per le comunità che vivono in prossimità di vulcani attivi, caratterizzate dalla produzione di grandi colonne di cenere e gas, e deposito di ingenti volumi di materiale vulcanico anche a chilometri di distanza dall’eruzione.
Non è un negozio, è un culto: la scienza sociale dietro l'impero di Costco
Immaginate di dover pagare una quota annuale solo per avere il permesso di fare la spesa. Aggiungete a questo un ambiente che assomiglia più a un magazzino industriale che a un supermercato, con prodotti impilati su bancali e venduti in quantità spropositate. Suona assurdo, vero? Eppure, questo è il modello di business di Costco, un colosso che non solo domina il mercato americano, ma ha trasformato un semplice negozio in un vero e proprio fenomeno sociale, quasi un culto. La vera domanda, però, non è cosa vende, ma come è riuscito a costruire una tale devozione da parte dei suoi clienti. La risposta sta in una profonda comprensione della psicologia umana e del marketing.
Un impero costruito sulla lealtà dei membri
La storia di Costco è un trionfo di crescita costante, basata sulla fiducia e sulla fidelizzazione dei suoi membri. Fondata nel 1983, l'azienda è cresciuta esponenzialmente. Nel 2024, ha superato i 130 milioni di membri e il suo tasso di rinnovo degli abbonamenti ha raggiunto l'impressionante cifra del 90% negli Stati Uniti. Nonostante un'inflazione costante e un'economia volatile, le quote di iscrizione hanno generato 4,6 miliardi di dollari nell'ultimo anno fiscale, dimostrando che il suo modello non è solo solido, ma a prova di crisi.
Cristalli “respiranti”: Quando un materiale imita la vita
Il continuo sviluppo di tecnologie intelligenti e sostenibili richiede materiali avanzati capaci di rispondere a stimoli esterni in modo fluido e ripetibile. Un’innovazione destinata a rivoluzionare questo settore arriva dalla collaborazione tra la Pusan National University (Corea) e l’Hokkaido University (Giappone). Un gruppo di ricercatori guidato dal Prof. Hyoungjeen Jeen ha infatti individuato un nuovo cristallo metallico in grado di “respirare” ossigeno, ossia di assorbirlo e rilasciarlo ciclicamente e a temperature relativamente basse, senza perdere stabilità strutturale o funzionalità.
Il nuovo cristallo: composizione e proprietà microscopiche
Il materiale, il cui studio è stato pubblicato su Nature Communications il 15 agosto 2025, si basa su un ossido metallico contenente stronzio, ferro e cobalto. Questo cristallo specializzato si distingue per la possibilità di alterare reversibilmente il proprio contenuto di ossigeno grazie all’ossidoriduzione selettiva del cobalto.
A differenza di molti altri materiali con proprietà simili, che tendono a degradarsi rapidamente o richiedono temperature elevate per funzionare, il nuovo composto mantiene la sua integrità anche dopo numerosi cicli di ingresso e uscita di ossigeno, e lo fa a condizioni più miti e gestibili.