Il ruolo cruciale del collo
La nuova ricerca, condotta da esperti della Sapienza, dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana e dell'Università di Pisa, si è concentrata sulla relazione tra il collo, la base del cranio e il viso. Secondo gli studiosi, i duri cicli glaciali del Quaternario in Europa avrebbero innescato una serie di adattamenti progressivi.
Il primo di questi adattamenti sarebbe stato un collo corto e robusto, poco mobile, che avrebbe reso la testa fortemente integrata con il tronco. Questa struttura massiccia offriva un vantaggio durante la caccia ravvicinata a grandi prede.
Secondo i ricercatori, questo cambiamento iniziale nel tratto cervicale avrebbe poi scatenato una "cascata morfo-funzionale", influenzando lo sviluppo successivo di altre parti del cranio e della faccia. In pratica, l'evoluzione del collo avrebbe condizionato la forma della base del cranio e del viso, con ripercussioni sulla masticazione e sulla respirazione, portando alla morfologia quasi unica che oggi conosciamo nei Neanderthal.
L'importanza della collaborazione scientifica
Il professor Giorgio Manzi della Sapienza, uno degli autori principali, spiega che lo studio è il risultato di anni di ricerca e di un forte interesse condiviso tra i vari esperti del team. La collaborazione tra paleoantropologia, biomeccanica, e persino odontoiatria, è stata fondamentale per giungere a queste conclusioni. Come sottolinea Andrea Papini, un altro autore, "questo lavoro dimostra come il dialogo tra competenze diverse possa aprire nuove prospettive scientifiche".