Droni ispirati agli uccelli rapaci: la nuova frontiera per muoversi tra grattacieli e parchi eolici offshore

Matteo Gizzi 28 Ago 2025

 

Immagina un drone che volteggia con la stessa raffinatezza e agilità di un gufo durante la caccia: capace di infilarsi tra i palazzi di una metropoli, schivare ostacoli improvvisi e atterrare con precisione su una piattaforma stretta in mezzo al vento. Non è fantascienza, ma la direzione di ricerca che sta seguendo il team dell’Università di Surrey con il progetto “Learning2Fly”.

Un drone a “ali fisse” che impara dalla natura

Guidati dal dottor Olaf Marxen, gli ingegneri stanno studiando i segreti del volo degli uccelli rapaci per trasportarli su una nuova generazione di droni a ali fisse: più efficienti nei consumi ma finora meno agili rispetto ai classici droni a eliche. L’ispirazione viene dal modo in cui gufi e altri uccelli manovrano in ambienti stretti, superando con relativa facilità raffiche imprevedibili e ostacoli complessi.
A differenza dei droni rotanti, che consumano molta energia, i droni a corpo fisso sono ideali per coprire lunghe distanze e missioni di lunga durata, come l’ispezione di turbine eoliche offshore, ma hanno per tradizione mostrato scarsa manovrabilità in spazi angusti. L’obiettivo di “Learning2Fly” è rompere questo limite con un approccio totalmente nuovo.

L'IA che “imita” le ali.

Mentre simulazioni aerodinamiche complesse sono spesso costose e inadatte a situazioni turbolente, il team inglese sfrutta dati reali acquisiti da prototipi leggeri muniti di sensori, testati sia in laboratorio che all’aperto. Gli algoritmi di machine learning analizzano e replicano i movimenti tipici degli uccelli, consentendo al drone di prevedere come reagire in tempo reale a ostacoli o raffiche improvvise, senza dover ricorrere ad onerose simulazioni computazionali.

“La natura ha già risolto molti dei problemi che ci troviamo ad affrontare nel volo dei droni,” spiega il dottor Marxen. “Studiamo i rapaci per rendere i nostri droni più intelligenti, agili ed efficienti nelle città o in mezzo al vento.”

Dalla prototipazione… al futuro della mobilità urbana e industriale.

Alcuni dei primi prototipi, ricavati anche da modellini commerciali, sono stati già testati con successo nel laboratorio di motion capture della Surrey. Le prestazioni sono sorprendenti anche in questa fase iniziale e, nei prossimi mesi, i ricercatori porteranno i test all’esterno per sfidare realmente vento, ostacoli naturali e urbano.

“Nell’epoca delle macchine avanzate, resta straordinario vedere quanto ancora possiamo imparare dal mondo naturale – e dalle specie più antiche del pianeta,” commenta Owen Wastell, dottorando e co-leader del progetto.

Applicazioni pratiche e visioni future

Se la tecnologia sarà perfezionata, potremo avere droni capaci di:

- Consegnare pacchi nelle città superando i limiti degli attuali mezzi.

- Ispezionare e intervenire in ambienti estremi e difficili da raggiungere senza mettere a rischio personale umano.

- Ridurre sensibilmente il consumo energetico delle consegne aeree.

- Adattarsi in tempo reale a condizioni meteo mutevoli, sfruttando intelligenza artificiale e biomimetica.

 

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