L'IA che “imita” le ali.
Mentre simulazioni aerodinamiche complesse sono spesso costose e inadatte a situazioni turbolente, il team inglese sfrutta dati reali acquisiti da prototipi leggeri muniti di sensori, testati sia in laboratorio che all’aperto. Gli algoritmi di machine learning analizzano e replicano i movimenti tipici degli uccelli, consentendo al drone di prevedere come reagire in tempo reale a ostacoli o raffiche improvvise, senza dover ricorrere ad onerose simulazioni computazionali.
“La natura ha già risolto molti dei problemi che ci troviamo ad affrontare nel volo dei droni,” spiega il dottor Marxen. “Studiamo i rapaci per rendere i nostri droni più intelligenti, agili ed efficienti nelle città o in mezzo al vento.”
Dalla prototipazione… al futuro della mobilità urbana e industriale.
Alcuni dei primi prototipi, ricavati anche da modellini commerciali, sono stati già testati con successo nel laboratorio di motion capture della Surrey. Le prestazioni sono sorprendenti anche in questa fase iniziale e, nei prossimi mesi, i ricercatori porteranno i test all’esterno per sfidare realmente vento, ostacoli naturali e urbano.
“Nell’epoca delle macchine avanzate, resta straordinario vedere quanto ancora possiamo imparare dal mondo naturale – e dalle specie più antiche del pianeta,” commenta Owen Wastell, dottorando e co-leader del progetto.
Applicazioni pratiche e visioni future
Se la tecnologia sarà perfezionata, potremo avere droni capaci di:
- Consegnare pacchi nelle città superando i limiti degli attuali mezzi.
- Ispezionare e intervenire in ambienti estremi e difficili da raggiungere senza mettere a rischio personale umano.
- Ridurre sensibilmente il consumo energetico delle consegne aeree.
- Adattarsi in tempo reale a condizioni meteo mutevoli, sfruttando intelligenza artificiale e biomimetica.