Rilevare il rischio di diabete grazie all'intelligenza artificiale e ai dispositivi indossabili

Francesco Defler 02 Set 2025


Un team di ricercatori, inclusi diversi ex studenti dell'Università di Padova, ha sviluppato un nuovo modello di intelligenza artificiale che, analizzando i dati raccolti da sensori indossabili, è in grado di individuare i primi segnali di rischio di diabete prima che i test standard, come l'HbA1c, mostrino anomalie.

Lo studio, pubblicato su "Nature Medicine", rivela che due persone con lo stesso valore di HbA1c possono avere un rischio di diabete molto diverso. A differenza del test tradizionale, che misura la media di glucosio nel sangue, questo modello analizza i picchi glicemici giornalieri per comprendere come il corpo gestisce lo zucchero.

Come funziona il nuovo modello
I ricercatori hanno utilizzato i dati di oltre 1.000 persone che hanno partecipato a un trial clinico remoto, chiamato PROGRESS (PRediction Of Glycemic RESponse Study). I partecipanti hanno indossato sensori di monitoraggio del glucosio continuo (CGM), smartwatch e hanno fornito campioni biologici per analizzare il microbioma intestinale. I dati raccolti includono:

Livelli di glucosio in tempo reale

Dati su dieta e attività fisica

Frequenza cardiaca a riposo

Composizione del microbioma intestinale e informazioni genetiche

Incociando questi dati, il modello di intelligenza artificiale ha imparato a distinguere i profili metabolici di individui sani da quelli a rischio di diabete, individuando un segnale chiave: il tempo necessario affinché i picchi glicemici tornino alla normalità. Negli individui sani, la glicemia si abbassa rapidamente dopo un picco, mentre in chi è a rischio di diabete impiega molto più tempo (spesso 100 minuti o più).

I vantaggi del nuovo approccio
Questo studio rappresenta un passo importante verso la medicina personalizzata. L'approccio basato sull'intelligenza artificiale non si limita a diagnosticare una condizione conclamata, ma permette di cogliere le sfumature della salute metabolica.

Rilevazione precoce: Il modello può identificare i segnali di allarme del diabete ben prima che i test di routine lo facciano. Questo permette ai medici di intervenire precocemente con modifiche allo stile di vita o terapie, personalizzando la cura in base al profilo di rischio del paziente.

Maggiore consapevolezza: L'obiettivo finale, come afferma Giorgio Quer, direttore di Intelligenza artificiale presso Scripps Research, è dare alle persone "maggiore consapevolezza e controllo". La tecnologia potrebbe in futuro permettere a chi usa dispositivi CGM a casa di monitorare in modo più efficace la propria salute metabolica.

Studi clinici remoti: Il trial è stato condotto interamente da remoto, dimostrando il potenziale di questo tipo di ricerca su vasta scala. I partecipanti hanno gestito autonomamente l'applicazione dei sensori e la raccolta dei campioni, senza mai doversi recare in una clinica.

Il lavoro, condotto allo Scripps Research Translational Institute da un team in cui figurano anche i ricercatori italiani Mattia Carletti, Matteo Gadaleta, Giorgio Quer e Riccardo Miotto, promette di cambiare radicalmente l'approccio alla prevenzione e gestione del diabete.

Vota questo articolo
(0 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery