I pesi Akan: un viaggio nel regno della saggezza

Guido Donati* 03 Set 2025

 


Il presente articolo esplora la civiltà Akan dell'Africa occidentale attraverso il suo sistema di pesi per l'oro (abrammoo), un tesoro che trascende il suo valore materiale. L'analisi si concentra sulla doppia funzione di questi oggetti, che agivano sia come strumenti di commercio che come un complesso linguaggio visivo. Viene illustrato come ogni peso incarnasse un proverbio o un principio filosofico, fungendo da strumento di legge e di giustizia sociale. L'articolo esamina inoltre il ruolo dei pesi come simbolo di status e di lignaggio e ne esplora le affascinanti connessioni con antiche scritture africane e simboli universali, come la svastica, offrendo un'interpretazione che si discosta dalle narrative convenzionali.

Immagina un mondo in cui l'oro non è solo una merce, ma la moneta di una civiltà e, soprattutto, il veicolo di una profonda saggezza. Ti invitiamo a fare un viaggio nel cuore dell'Africa occidentale, nel regno del popolo Akan [2], un'etnia che fiorì tra il XV e il XIX secolo in quella che oggi è il Ghana e la Costa d'Avorio. È qui che è nato il sistema dei pesi per l'oro, o abrammoo, un tesoro che non si misura in carati, ma in conoscenza. La ricchezza di regni come quello Ashanti era basata sul controllo delle miniere d'oro. In un'epoca priva di banconote, la polvere d'oro era il motore dell'economia e, per misurarla con precisione, gli Akan svilupparono un sistema di pesi che divenne l'anima della loro società. Realizzati con la sofisticata tecnica della cera persa, i pesi non erano solo strumenti di misura, ma vere e proprie opere d'arte cariche di significato. La loro produzione era un'arte sacra, tramandata con cura da maestri artigiani che incidevano nel bronzo e nell'ottone un'intera enciclopedia di principi morali. Ogni peso è l'incarnazione di un proverbio o di un concetto filosofico. Conoscerne il significato era essenziale non solo per i commerci, ma per tutta la vita sociale. I pesi venivano usati per dirimere dispute, sancire accordi e impartire lezioni di vita, trasformando ogni transazione in un'opportunità di insegnamento e giustizia. Il peso che raffigura un uccello che si gira a guardare all'indietro, ad esempio, non è un semplice ornamento, ma l'incarnazione del proverbio Sankofa, che significa “Non è sbagliato tornare indietro a prendere ciò che hai dimenticato”.

 

 

Cucchiai in bronzo con manici scolpiti e decorati con motivi finemente cesellati per raccogliere la polvere d'oro. Al centro bilancino.


I simboli incisi sui pesi per l'oro non erano unici. Spesso, infatti, rispecchiavano i più celebri simboli Adinkra, un sistema di ideogrammi e proverbi che il popolo Akan usava per decorare i tessuti, in particolare quelli indossati durante le cerimonie e i funerali. Adinkra significa letteralmente "addio", ma i suoi simboli, come il celebre Sankofa o il Gye Nyame (simbolo della supremazia di Dio), erano un modo per trasmettere un'eredità di saggezza e valori morali. La presenza di questi stessi simboli sui pesi dimostra l'interconnessione tra le varie forme d'arte Akan e ribadisce che il commercio non era separato dalla spiritualità e dalla filosofia. I pesi per l'oro erano, in un certo senso, la versione tridimensionale e metallica di un linguaggio simbolico che permeava ogni aspetto della vita Akan.

 

 

 Pesi per l'oro rappresentanti animali

 


Oltre alla loro funzione economica e morale, i pesi per l'oro erano un potente simbolo di status sociale e di lignaggio. Possedere una vasta collezione di questi oggetti non significava solo essere ricchi, ma soprattutto essere detentori di una grande conoscenza. Questa sapienza era la chiave per mantenere l'ordine sociale; i pesi agivano come un'istituzione di legge, giustizia e moralità. Potevano essere usati come prova in un dibattito o come garanzia in un accordo, con ogni proverbio che serviva a ricordare le regole di condotta della comunità. La conoscenza dei proverbi era dunque una parte essenziale della competenza sociale, e chi deteneva questa sapienza aveva un ruolo di spicco, agendo spesso come arbitro in dispute o saggio consigliere. I pesi erano una testimonianza tangibile dell'eredità intellettuale, un modo per tramandare la storia e i valori di una stirpe attraverso oggetti che si potevano toccare e usare ogni giorno. L'importanza dei pesi per l'oro non si ferma ai confini della cultura Akan. L'antropologo Georges Niangoran-Bouah ha suggerito che la complessità di alcuni di questi simboli possa avere radici più profonde, forse connesse ad antiche scritture africane, come i geroglifici egiziani [1]. Al tempo stesso, alcuni pesi portano simboli che ritroviamo in culture lontanissime. È il caso della svastica, che nella cultura Akan e in molte altre civiltà antiche rappresenta il movimento, la ciclicità e la forza creatrice. I pesi Akan sono un promemoria affascinante del fatto che l'arte, la saggezza e la legge possono fondersi in un unico oggetto. Attraverso questa serie di articoli, continueremo il nostro viaggio, esplorando il linguaggio di alcuni dei loro simboli più significativi.

 

Bibliografia

[1] Niangoran-Bouah, G. (1984). L'univers Akan des poids à peser l'or. Les Nouvelles Editions Africaines.

[2] AA.VV. (2012). The Akan of Ghana: Their Culture and Identity. Ghana Publishing Corporation.

 

*Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)
Past Editor-in-Chief Italian Journal of Dermosurgery

 

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Settembre 2025 08:37
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