Ecco i "Megahalos": emissioni radio che si estendono per 10 milioni di anni luce
Grazie alle osservazioni del radiotelescopio LOFAR, un gruppo internazionale di astronomi ha individuato per la prima volta enormi aloni radio che avvolgono interi ammassi di galassie e sono alimentati
dall’energia gravitazionale che modella la struttura dell’universo.
Un gruppo internazionale di astronomi ha individuato quattro casi di ammassi di galassie interamente avvolti da una debole emissione radio che si estende fino alle loro estreme periferie. Queste sorgenti radio – che gli studiosi hanno chiamato “Megahalos” – si estendono per 10 milioni di anni luce e coprono un volume 30 volte più grande rispetto alle sorgenti radio finora note
rilevate in ambienti simili. La ricerca – pubblicata su Nature – è stata realizzata utilizzando dati raccolti
dal radiotelescopio LOFAR (Low Frequency Array): i risultati ottenuti suggeriscono che questi “Megahalos”, alimentati dall’energia gravitazionale che modella la struttura dell’universo, potrebbero essere un fenomeno comune in molte parti dell’universo. “Abbiamo scoperto un acceleratore di particelle di proporzioni cosmologiche e questo studio suggerisce che molti altri ammassi di galassie potrebbero mostrare emissioni su scale così grandi”, commenta Virginia Cuciti, ricercatrice all’Università di Amburgo, alumna dell’Università di Bologna e prima autrice dello studio.
Patogeni nelle acque potabili: in arrivo il biosensore economico e sostenibile che li rileva
Un nuovo studio del Dipartimento di Scienze e biotecnologie medico-chirurgiche ha messo a punto un dispositivo che individua il batterio Escherichia coli anche a basse concentrazioni e può essere riutilizzato grazie a un processo di disinfezione alimentato dalla luce solare. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Science: Nano
La contaminazione di condotte idriche con batteri o virus, oltre a costituire un problema di salute pubblica, rappresenta una questione di biosicurezza particolarmente rilevante per ogni Paese.
Sebbene i sistemi di allerta precoce che monitorano la qualità delle acque potabili siano necessari per tutelare la popolazione, le principali tecniche per il rilevamento dei patogeni richiedono attrezzature costose, personale specializzato e un consumo massiccio di reagenti e attrezzatura da laboratorio monouso.
I biosensori, ovvero dispositivi analitici che combinano componenti biologici e rivelatori fisico-chimici per individuare sostanze chimiche e biologiche, rappresentano dunque un’alternativa valida ed efficace, rispetto alle metodiche di rilevamento attualmente in uso.
Medicina

Le microscopiche regole del cuore
Un nuovo studio coordinato dal Dipartimento di Ingegneria meccanica e...
Paleontologia

I cacciatori-raccoglitori del Mediterraneo avevano una dieta anche a base di pesce
Le analisi biomolecolari delle ossa di 11 individui preistorici rinvenuti presso l’antico cimitero spagnolo...
Geografia e Storia

Nei gusci d'uovo la storia evolutiva dell'uccello elefante del Madagascar
Uno studio internazionale, a cui ha partecipato l’Università di Torino, rivela importanti informazioni molecolari...
Astronomia e Spazio

Buchi neri: quale destino dopo la loro evaporazione?
Uno studio congiunto Sapienza-INFN ipotizza, attraverso complesse simulazioni numeriche, i possibili...

Ovospace: l’esperimento della Sapienza...
L’esperimento è stato lanciato tramite razzo vettore sulla...
Scienze Naturali e Ambiente

Le piante in fuga dal caldo
Pubblicato su «PNAS» lo studio dell’Università di Padova e della Fondazione...

L’aria della foresta diminuisce...
Lago Tovel (Trento) Una ricerca sperimentale condotta dall’Istituto...