Gennaio 2024


Il gruppo coordinato da Lucia Di Marcotullio, del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza Università di Roma, ha realizzato uno studio pionieristico sul ruolo della proteina SALL4 e della sua inibizione nel trattamento del medulloblastoma, un tumore cerebrale pediatrico. I risultati, ottenuti grazie al sostegno di AIRC, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Cell Death & Differentiation e premiati al 35° Meeting internazionale dell’Associazione italiana colture cellulari
Da anni il gruppo guidato da Lucia Di Marcotullio svolge ricerche in campo oncologico nei laboratori della Sapienza di Roma per comprendere i meccanismi molecolari e identificare vie terapeutiche innovative. Di recente il gruppo ha aggiunto un nuovo tassello per chiarire e curare meglio il medulloblastoma, uno dei tumori cerebrali pediatrici più aggressivi.

Lo studio ha permesso di identificare per la prima volta la proteina SALL4 quale importante regolatore della via di segnalazione di Hedgehog, essenziale per lo sviluppo embrionale.  Di Marcotullio e colleghe hanno inoltre chiarito che l’anomalo accumulo della proteina interferisce con questa via di segnalazione, provocandone l’attivazione e la conseguente crescita tumorale.

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Il primo successo al mondo nel trasferimento di embrioni nei rinoceronti apre la strada per salvare i rinoceronti bianchi settentrionali dall'estinzione. 

Il team internazionale di scienziati e conservazionisti di cui fa parte anche l’Università di Padova è riuscito a ottenere la prima gravidanza al mondo in un rinoceronte a seguito di un trasferimento di embrioni. L'embrione di rinoceronte bianco meridionale è stato prodotto in vitro da ovociti e spermatozoi raccolti. L'embrione è stato trasferito in una madre surrogata di rinoceronte bianco meridionale presso la Ol Pejeta Conservancy in Kenya il 24 settembre 2023. Il team di BioRescue ha confermato una gravidanza di 70 giorni con un embrione maschile ben sviluppato di 6,4 cm di lunghezza. Il trasferimento dell'embrione e la gravidanza, che hanno avuto successo, rappresentano una prova di concetto e consentono di passare al trasferimento di embrioni di rinoceronte bianco settentrionale in tutta sicurezza, una pietra miliare nella missione di salvare il rinoceronte bianco settentrionale dall'estinzione.

Il 24 settembre 2023, gli scienziati e i veterinari di BioRescue, guidati dal Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW), hanno trasferito due embrioni di rinoceronte bianco meridionale in Curra, un rinoceronte bianco meridionale, scelto come madre surrogata presso la Ol Pejeta Conservancy in Kenya.

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Tumors produced from cells taken from patients with ovarian cancer, known as organoids (light microscope images, left side), start to shrink and die after treatment with p53 mRNA (bottom pictures), which is visible in the red coloring (right side). Red bars: 200 micrometers. Photos: Monika Raab, University Hospital Frankfurt



FRANKFURT. Each year, several thousand women in Germany die from ovarian cancer. In many cases, the disease is only detected when it is very advanced and metastases have already formed – usually in the intestines, abdomen or lymph nodes. At such a late stage, only 20 to 30 percent of all those affected survive the next five years. “Unfortunately, this situation has hardly changed at all over the past two decades,” says Professor Klaus Strebhardt, Director of the Department of Molecular Gynecology and Obstetrics at University Hospital Frankfurt.

96 percent of all ovarian cancer (high-grade) patients share the same clinical picture: The tumor suppressor gene p53 has mutated and is now non-functional. The gene contains the building instructions for an important protein that normally recognizes damage in the genetic material (DNA) of each cell. It then prevents these abnormal cells from proliferating and activates repair mechanisms that rectify the damage. If this fails, it induces cell death. “In this way, p53 is very effective in preventing carcinogenesis,” explains Strebhardt. “But when it is mutated, this protective mechanism is eradicated.”

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Alejandro Arteaga

 



Researchers of Khamai Foundation and Liberty University have discovered a new species of coffee snake endemic to the cloud forests of northwestern Ecuador.

Biologist Alejandro Arteaga first found the snake in Ecuador’s Pichincha province, while looking for animals to include in a book on the Reptiles of Ecuador. “This is species number 30 that I have discovered, out of a target of 100,” he says.

Like other coffee snakes, Tudors’s Coffee-Snake often inhabits coffee plantations, especially in areas where its cloud forest habitat has been destroyed. It is endemic to the Pacific slopes of the Andes in northwestern Ecuador, where it lives at elevations of between 1,000 and 1,500 m above sea level. While it faces no major immediate extinction threats, some of its populations are likely to be declining due to deforestation by logging and large-scale mining.

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Il progetto, che ha visto la partecipazione del NanoDelivery Lab della Sapienza, insieme con la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, l'Istituto dei Tumori Regina Elena e altri enti internazionali, è stato selezionato dallo European Innovation Council nell’ambito del bando Pathfinder 2023 di Horizon Europe
Il progetto di ricerca Laserblood, presentato per Sapienza da Giulio Caracciolo e Daniela Pozzi, che coordinano il NanoDelivery Lab del Dipartimento di Medicina molecolare, è rientrato tra i 53 progetti Pathfinder selezionati dallo European Innovation Council (EIC) a fronte di quasi 800 domande pervenute.

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Nel laboratorio di atomi ultrafreddi del Pitaevskii Center for Bose-Einstein Condensation di Trento sono stati osservati per la prima volta dei fenomeni che possono far luce sui meccanismi che determinano la stabilità del nostro universo. I risultati, frutto della collaborazione tra l'Istituto nazionale di ottica del Cnr, il Dipartimento di fisica dell'Università di Trento, il Centro Nazionale dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Tifpa e l'Università di Newcastle, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Physics

 In che tipo di vuoto si trova il nostro universo? Secondo la fisica moderna, l'universo è il risultato dell'interazione tra particelle e campi - tra cui, per esempio, quello elettromagnetico - e potrebbe trovarsi in una configurazione di equilibrio detta di falso vuoto, ovvero uno stato solo in parte “stabile”, caratterizzato da un livello di energia che non corrisponde al minimo assoluto possibile. Questo permette, in linea teorica, la transizione verso livelli di energia più bassi, a causa di fluttuazioni di energia di origine quantistica o termica che porterebbero a “decadere” nello stato veramente stabile a energia minore, detto di vero vuoto.

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Le microplastiche arrivano fin sui giganti di ghiaccio dei Forni e del Miage, due dei più importanti ed estesi ghiacciai dell’arco alpino, tra Lombardia e Valle d’Aosta: le nuove evidenze emergono da campioni raccolti la scorsa estate da Greenpeace Italia e analizzati grazie al supporto del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica (DiSSTE) dell’Università del Piemonte Orientale. I risultati mostrano che la contaminazione interessa l’80% dei campioni prelevati sul Ghiacciaio dei Forni e il 60% di quelli raccolti sul Ghiacciaio del Miage. Tra le microplastiche individuate, ossia tutte le particelle di plastica con dimensioni inferiori a un millimetro, le fibre rappresentano oltre il 70% dell’impronta di contaminazione. Nello specifico, il cellophane è il polimero prevalente (55%), seguito dal polietilene-polipropilene (35%) e dal nylon (10%).

«Le analisi confermano che la contaminazione da microplastiche è ormai ubiquitaria e ampiamente diffusa anche sui ghiacciai italiani», afferma Marco Parolini, docente di ecologia presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. «Questa evidenza risulta particolarmente importante in un periodo storico in cui l’aumento delle temperature globali può determinare il rilascio di inquinanti immobilizzati all’interno dei ghiacciai in fusione, contribuendo a contaminare gli ecosistemi acquatici e terrestri che si trovano a valle».

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Diventare madri dopo una diagnosi di cancro al seno dovuto a mutazioni dei geni BRCA: si può ed è sicuro. È quanto emerge da uno studio pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista medica JAMA e presentato allo scorso San Antonio Breast Cancer Symposium, il più importante congresso internazionale sul cancro al seno. I risultati hanno dimostrato che donne, con mutazioni dei geni BRCA e che hanno avuto un tumore della mammella, possono con sicurezza avere gravidanze. Lo studio, coordinato da Matteo Lambertini dell’Università di Genova, ha coinvolto diversi centri nel mondo, tra cui la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza.

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2 ragazze italiane e 1 bambino ucraino in completa remissione: «Benefici rilevanti e sostenuti nel tempo». Il presidente Onesti: «Dalla terapia genica risposte concrete a pazienti senza speranza. Una sfida per i nostri sistemi»


2 ragazze italiane e 1 bambino ucraino di 12 anni, fuggito dalla guerra, sono i primi pazienti pediatrici affetti da gravi patologie autoimmuni ad essere stati trattati con cellule CAR-T capaci di mandare in remissione la loro malattia. Si tratta di un’applicazione innovativa della terapia genica basata sulla manipolazione dei linfociti T del paziente, sperimentata per la prima volta in ambito pediatrico su questo tipo di patologie. I risultati del trattamento, eseguito presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, sono stati presentati recentemente a Padova, nell’ambito dei lavori del Centro Nazionale 3 per lo sviluppo della terapia genica previsto dal PNRR, e ancora a Rotterdam, in occasione dell’ultimo Congresso europeo di Reumatologia pediatrica.

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Martedì, 23 Gennaio 2024 08:58

Nuovi materiali per rivestimenti intelligenti



Composito termocromico a base di perovskite 2D (copyright Advanced Materials 2023)



Uno studio del Cnr e dell’Università del Salento ha portato allo sviluppo di un nuovo materiale con proprietà termocromiche, in grado cioè di variare le proprietà ottiche al variare della temperatura. Lo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Materials, rappresenta un importante risultato nel campo dei rivestimenti intelligenti.

Ricercatori dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce (Cnr-Nanotec), in collaborazione con colleghi dell’Istituto di cristallografia del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Cnr-Ic) e dell’Università del Salento, hanno sviluppato un nuovo materiale composito con proprietà termocromiche, in grado cioè di variare proprietà ottiche quali colore, trasparenza e riflettanza se soggetto a variazioni di temperatura. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Advanced Materials.

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