Cognizione Senza Centro: Le Meduse Riscrivono le Regole di Memoria e Interesse per la Novità

Francesca Guaccero 10 Nov 2025


Una collaborazione scientifica tra l'Università di Trieste e l'Università di Padova ha portato a scoperte inattese sul comportamento delle meduse, sfidando la tradizionale visione che lega le funzioni cognitive alla presenza di un cervello centralizzato. I risultati dello studio, che si concentra sulla specie Aurelia (comunemente nota come medusa quadrifoglio), sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista accademica Behavioral and Brain Sciences.

Le osservazioni sollevano affascinanti interrogativi sull'evoluzione della curiosità e sulla possibilità che forme di intelligenza emergano anche in organismi con un sistema nervoso "diffuso".

"I nostri risultati sono particolarmente interessanti – spiega Cinzia Chiandetti, professoressa di neuroscienze cognitive all'Università di Trieste – perché questi animali sono considerati ‘senza cervello’: il loro sistema nervoso è organizzato in modo radiale, senza un centro di comando, e dotato solo di organi sensoriali rudimentali. Trovare in loro segnali di memoria e attrazione per la novità è un’importante chiave per comprendere l’evoluzione dei sistemi nervosi e della cognizione stessa."

I ricercatori hanno condotto esperimenti su giovani meduse, inserite singolarmente in un ambiente controllato. Nella prima fase, l'introduzione di un oggetto nuovo ha provocato una reazione immediata: le meduse hanno abbandonato la zona vuota della vasca per dirigersi verso la novità.

Nella fase successiva, dopo un breve intervallo di un minuto, è stato introdotto un secondo oggetto, affiancato al primo. In questa circostanza, gli animali hanno mostrato una chiara e misurabile preferenza per il secondo oggetto. Questo comportamento, che in etologia è definito “neofilia” (attrazione per la novità), dimostra che le meduse sono riuscite a mantenere in memoria l'informazione sul primo oggetto e sono state attratte da quello sconosciuto.

Christian Agrillo, professore di psicologia comparata all’Università di Padova, commenta: "Non solo le meduse si sono mostrate neofiliche, ma hanno dimostrato di mantenere determinate informazioni in memoria per almeno un minuto. Il nostro studio apre anche alla possibilità che, in alcuni casi, si avvicinino a noi in mare mosse da un'attrazione alla novità, e non solo passivamente trasportate dalla corrente. Si potrebbe dire che forse sono curiose di fare la nostra conoscenza!"

Lo studio suggerisce con forza la necessità di rivedere i modelli tradizionali che limitano la cognizione alla presenza di cervelli complessi, suggerendo che anche reti neurali diffuse e decentralizzate, come quella delle meduse, possano sostenere risposte comportamentali complesse e un interesse attivo verso l'ambiente circostante. Ancora una volta, la ricerca sul mondo animale espande i confini di ciò che consideriamo possibile.

Link allo studio

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