Un metodo per misurare la potenza di fusione nei reattori nucleari
A sinistra, l'interno del JET. A destra, rappresentazione schematica della reazione di fusione deuterio-trizio
Un gruppo internazionale di ricerca guidato dall’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi del Cnr di Milano ha dimostrato che i raggi gamma prodotti nella reazione nucleare deuterio-trizio possono fornire un metodo di misura accurato e alternativo della potenza raggiunta nei nuovi reattori a fusione. Lo studio è oggetto di due articoli scientifici pubblicati su Physical Review C e Physical Review Letters
Un gruppo internazionale di ricerca guidato dall’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Cnr-Istp) fornisce un importante contributo nel risolvere una delle più grandi “sfide” legate all’utilizzo dell’energia nucleare: misurare la potenza raggiunta nei nuovi reattori a fusione basati sulla reazione deuterio-trizio.
Un futuro incerto per la biodiversità del bacino del Congo
La prima review dedicata agli impatti dei cambiamenti climatici in una delle foreste pluviali più grandi al mondo ha evidenziato le possibili conseguenze negative sulla biodiversità: dall’estinzione delle specie alla diminuzione delle dimensioni degli organismi. I risultati del lavoro, coordinato dal Dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza, sono pubblicati sulla rivista Biological Conservation
Il bacino del Congo, la seconda foresta pluviale continua più grande al mondo, è un centro chiave della biodiversità del pianeta e svolge un ruolo significativo nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Quest’area si trova ad affrontare minacce multiformi, tra cui il cambiamento di destinazione d'uso del territorio, lo sfruttamento delle risorse naturali e i mutamenti climatici.
Etna: ecco come il magma arriva in superficie
Team internazionale di ricerca svela dettagli cruciali sulla struttura interna del vulcano Etna.
Una tecnica avanzata di tomografia sismica anisotropa, ovvero che considera la variabilità della velocità delle onde sismiche in base alla direzione di propagazione, ha permesso di ottenere informazioni senza precedenti sulla struttura della crosta terrestre nella regione etnea e sull'interazione tra tettonica e vulcanismo, evidenziando le possibili vie attraverso le quali il magma si “fa strada” verso la superficie. Questo è il risultato dello studio Crustal Structure of Etna Volcano (Italy) From P-Wave Anisotropic Tomography condotto da un team di ricercatori guidato dall’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con l’Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OE) e con l’Università di Leeds (UK), recentemente pubblicato sulla rivista scientifica «Geophysical Research Letters».
«Rispetto ai precedenti studi tomografici condotti nell’area etnea, questa ricerca si distingue per l’utilizzo pionieristico, in ambiente vulcanico, di tecniche di tomografia anisotropa» spiega Rosalia Lo Bue, prima autrice dello studio, condotto nel ruolo di assegnista all’Università di Padova, e oggi assegnista di ricerca presso l’Osservatorio Etneo dell’INGV. «La tomografia sismica funziona in maniera analoga alla tomografia medica ma utilizza onde sismiche per esplorare l’interno della Terra. Tradizionalmente, la tomografia sismica impiega un approccio isotropo, che non considera la variabilità della velocità delle onde sismiche in base alla direzione di propagazione» dichiara Elisabetta Giampiccolo, ricercatrice dell’INGV-OE.
Covid 19 e invecchiamento biologico
Pubblicato su «Journal of Molecular Sciences» lo studio dell’Università di Padova che esplora il ruolo dell'infiammazione e dello stress ossidativo, fenomeni caratteristici del COVID-19, nell'accelerazione dell'invecchiamento biologico Il team interdisciplinare Medicina del Lavoro dell'Azienda Ospedale - Università di Padova ha recentemente pubblicato su «Journal of Molecular Sciences» lo studio dal titolo “Revealing the Hidden Impacts: Insights into Biological Aging and Long-Term Effects in Pauci - and Asymptomatic COVID-19 Healthcare Workers” che esplora il ruolo dell'infiammazione e dello stress ossidativo, caratteristiche del COVID-19, nell'accelerazione dell'invecchiamento biologico come conseguenze a lungo termine dell’infezione anche in forma poco o per nulla sintomatica. La ricerca, guidata dalla professoressa Sofia Pavanello del Dipartimento di Scienze Cardio - Toraco - Vascolari e Sanità Pubblica dell'Università di Padova, è stata effettuata su 76 operatori sanitari dell’azienda ospedaliera contagiati nella prima ondata e poco o per nulla sintomatici al COVID19.
Nuovi catalizzatori per convertire i gas serra in combustibili green
Dalla sinergia tra gruppi di ricerca interdisciplinari di istituzioni e atenei del Friuli Venezia Giulia, tra cui il Cnr con l’Istituto officina dei materiali, uno studio su materiali innovativi e sostenibili per trasformare il metano in metanolo, un combustibile prezioso nel processo della transizione energetica. La metodologia è descritta sulla rivista scientifica internazionale “Small”.
Una delle possibilità per raggiungere la “dream reaction”, ovvero la reazione - a lungo cercata- che permetta di convertire i gas serra in combustili preziosi, è in uno studio italiano che ha riunito ricercatori e ricercatrici dei principali enti di ricerca e atenei del Friuli Venezia Giulia: il Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto Officina dei materiali di Trieste (Cnr-IOM), l’Università degli studi di Udine, l’Università degli studi di Trieste, Elettra Sincrotrone e Area Science Park. Dalla sinergia tra un gruppo di ricerca vasto e interdisciplinare è stata, infatti, messa a punto una tecnologia per la preparazione di catalizzatori innovativi in grado di promuovere la trasformazione di metano, un potente gas serra che incide negativamente sul bilancio energetico del Pianeta favorendo il riscaldamento globale.
Il respiro dei mitocondri è il motore della crescita
Team di ricerca guidato da Padova svela il meccanismo che garantisce alla fotosintesi la sua massima espressione.
Le piante sfruttano l'energia solare per svolgere la fotosintesi, fissare l’anidride carbonica e alimentare le proprie funzioni cellulari. Questo processo permette a questi organismi di sfruttare la luce solare come fonte di energia per la loro vita. Gli animali, al contrario usano come fonte di energia l’energia chimica che viene sfruttata attraverso un meccanismo chiamato “respirazione cellulare” che avviene all’interno di organelli specializzati chiamati mitocondri. Nonostante questa differenza fondamentale, anche nelle cellule delle piante è attiva la respirazione mitocondriale (i mitocondri sono le centraline energetiche delle cellule) e questa è essenziale per la loro sopravvivenza.
Grande genoma, piccoli spermatozoi
Gruppo di ricercatori dell’Università di Padova ha analizzato la dimensione degli spermatozoi in 1.400 specie di tetrapodi.
Nonostante le differenze di dimensioni corporee – da frazioni di grammo a molte tonnellate – che si osserva nei tetrapodi, vertebrati con quattro arti che comprendono anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, la dimensione delle cellule che li compongono varia generalmente molto meno. Con un’eccezione: quella degli spermatozoi che, sebbene svolgano tutti la medesima funzione di trasporto del genoma paterno all’interno dell’uovo, possono misurare da pochi micron a oltre 3 mm.
L’interesse nel comprendere queste differenze da un punto di vista evolutivo è aumentato negli ultimi due decenni circa, ma le metodologie statistiche applicate non permettevano di investigarlo ad una scala tassonomica ed evolutiva ampia; questo è stato poi possibile solo grazie all’abbondante disponibilità di dati riguardanti determinate specie e allo sviluppo di nuove metodologie soprattutto per il controllo filogenetico.
Biotecnologie e malattie neurologiche: un parassita opportunamente ingegnerizzato per trasportare proteine terapeutiche al sistema nervoso centrale
Un gruppo di scienziati internazionali dell’Università degli Studi di Milano e di Human Technopole ha studiato un metodo per l’ingegnerizzazione del parassita Toxoplasma gondii come veicolo per il trasporto di proteine terapeutiche al sistema nervoso centrale, offrendo una potenziale soluzione alle difficoltà del trattamento delle malattie neurologiche.
La pubblicazione su Nature Microbiology.
Ingegnerizzare un parassita, il Toxoplasma gondii, naturalmente adatto ad attraversare la barriera emato-encefalica ed entrare nelle cellule neuronali, in modo che possa fornire proteine terapeutiche al sistema nervoso centrale: ecco il risultato dello studio di un gruppo di scienziati internazionali di cui fanno parte anche gli studiosi dell’Università degli Studi di Milano e di Human Technopole, appena pubblicata su Nature Microbiology.
Archeologia: scoperta in Italia la più antica testimonianza dell’uso del “rosso cinabro”
All’inizio del VI millennio a.C. le popolazioni neolitiche italiane avevano già sviluppato tecniche avanzate per estrarre, lavorare e utilizzare il cinabro. È questa l’importante scoperta fatta da un gruppo di ricerca italo-spagnolo che vede assieme Università di Pisa, la sede pisana ICCOM del CNR e il Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) di Barcellona. Il ritrovamento delle tracce che testimoniano l’uso precoce del cinabro è stato fatto nel sito archeologico de La Marmotta, situato sulle rive del Lago di Bracciano nel Lazio. Il ritrovamento, spiegano i ricercatori, impone una revisione delle conoscenze attuali riguardanti la diffusione e l'uso dei pigmenti minerali nel Neolitico europeo.
Sonno rem e melatonina, scoperto il ruolo cruciale del recettore MT1
Pubblicato sul «Journal of Neuroscience» lo studio congiunto delle università McGill, Padova e Toronto che dimostra come l’utilizzo di un nuovo farmaco mirato ai recettori della melatonina MT1 agisce selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM.
Significativo è il potenziale clinico della scoperta specie in patologie come Parkinson e Demenza con corpi di Lewy.
La ricerca dal titolo “Selective Enhancement of REM Sleep in Male Rats through Activation of Melatonin MT1 Receptors Located in the Locus Ceruleus Norepinephrine Neurons” pubblicata sul «Journal of Neuroscience» è un importante passo in avanti nella comprensione dei meccanismi del sonno e apre nuove possibilità di cura nel trattamento dei disturbi del sonno e delle condizioni neuropsichiatriche associate.
Lo studio pubblicato è il risultato della ricerca sulla melatonina e i suoi due recettori, MT1 e MT2, sviluppata negli ultimi 15 anni dal team scientifico. Gli autori della pubblicazione hanno individuato nel recettore MT1 il regolatore cruciale del sonno REM (Rapid Eye Movement) e i risultati dello studio hanno portato alla scoperta della prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM.
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