Un anno dopo

 

Ad un anno dal terremoto e dal conseguente tsunami che ha sconvolto il Giappone, l'Istituto Nipponico di cultura di Roma ha celebrato la ricorrenza con una serie di iniziative tra cui una coinvolgente mostra fotografica.

L'esposizione allestita vuole ricordare le conseguenze devastanti del terremoto di magnitudo 9 che l'11 marzo 2011 si è verificato a largo della località di Sanriku ma soprattutto si propone di testimoniare la grande capacità di reagire del popolo nipponico dinanzi all'immane tragedia nonché la gara di solidarietà da parte dell'intera comunità internazionale nel partecipare all'emergenza.

Le foto raccontano come squadre di soccorso, medici, militari e volontari sono accorsi fin dalle fasi immediatamente successive lo tsunami, da tutti gli angoli del Pianeta per ricercare, curare e sfamare i superstiti del sisma. Ciò senza distinzioni politiche o etniche: a testimonianza la foto che ritrae medici giordani ed israeliani lavorare fianco a fianco per accudire i sopravvissuti.

 

 

Ma allo stesso modo non è mancato il contributo finanziario da parte della società civile e delle istituzioni di numerosi Paesi stranieri. In particolare è motivo di compiacimento rammentare, come le stesse immagini testimoniano, il contributo fornito dalle istituzioni italiane a tutti i livelli e da alcuni esponenti della nostra imprenditoria per supportare le fasi di ricostruzione dei territori devastati.

Il contributo in termini economici e di solidarietà ha rappresentato qualcosa di importante per la ricostruzione del Giappone, sia in termini materiali sia psicologici, ma la rapida ricostruzione si è sostanziata su qualche cosa di ancora più determinante.

Qualcosa che le fotografie pongono in primo piano. Tutte, o quasi, le immagini proposte mostrano, su di uno sfondo sfocato rappresentato da un paesaggio desolante e devastato, nitidi soggetti in primo piano. Ed il soggetto posto in primo piano è il popolo giapponese.

Un popolo che ha saputo dare prova di grande impegno. Una determinazione straordinaria che affonda le proprie fondamenta nella volontà dei singoli ma soprattutto nella forza dei legami interpersonali e familiari che specie nelle zone rurali del Giappone, permangono come valori fondamentali dell'esistenza.

Emblematica è la foto di una giovane donna che fugge dalle zone devastate dallo tsunami portando sulle spalle un'anziana, oppure quella degli insegnanti che continuano ad impartire le proprie lezioni a dei piccoli scolari in una scuola ormai ridotta in macerie o ancora quella di un allenatore di pallacanestro intento nel rendere agibile insieme ai suoi giovani atleti il campo da gioco della piccola comunità.

Fierezza, coraggio e consapevolezza dei propri mezzi è ciò che esprimono i visi degli individui fotografati. Mai, neppure in una immagine, trapelano rassegnazione o sconforto.

Immagini di vita in netto contrastano con una realtà che rappresentava invece la negazione della vita stessa.

 

Fabrizio Giangrande

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Ultima modifica il Sabato, 29 Settembre 2012 12:37
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