Giovedì, 04 Settembre 2025

 

 Statuina in bronzo raffigurante schiavo Asante 


Il presente saggio si configura come un'analisi estesa e un commento critico al lavoro di Heather Jane Sharkey, "Domestic slavery in the nineteenth- and early-twentieth-century northern Sudan" (1992). L'obiettivo è esplorare in profondità la tesi dell'autrice, che sposta il focus dalla schiavitù come fenomeno di mero commercio o sfruttamento agricolo per esaminarla come un'istituzione complessa, radicata nel tessuto sociale e culturale sudanese. Il testo discute la trasformazione della schiavitù da pratica d'élite a fenomeno di massa e analizza il suo ruolo nell'etica dell'ozio e nel prestigio sociale. Vengono inoltre affrontate le sfide metodologiche legate alla carenza di fonti dirette e la diversità delle esperienze degli schiavi, spesso ignorate dalla storiografia tradizionale. In conclusione, il nostro saggio traccia un parallelo tra l'eredità irrisolta della schiavitù in Sudan e le sue ripercussioni sul razzismo sistemico e sulle disuguaglianze negli Stati Uniti, sottolineando come in entrambi i contesti il passato continui a plasmare le dinamiche del presente.

Pubblicato in Antropologia

 

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