SINOSSI
La monografia dedicata alle “ Modificazioni Genitali Femminili di tipo Espansivo: tra eredità e ambiente” si struttura in 3 parti. Inizia con la descrizione del longininfismo nelle popolazioni ancestrali africane dei Boscimani/Ottentotti , che presentavano questo tratto come caratteristica ereditaria (il “grembiule”). Questi, nella loro migrazione spinti “ a tergo” da neo-negridi, con cui si ibridarono, attualmente sono ormai scomparsi come popolazioni pure. Con essi si perde anche il tratto ereditario che li caratterizzava. Però le popolazioni africane che si trovavano sulla loro via migratoria, hanno “imparato” (per trasmissione culturale madre/figlia) a manipolare la regione genitale femminile, realizzando un allungamento delle piccole labbra, morfologicamente del tutto paragonabile al “grembiule” delle Boscimane, anche se di entità minore ed ottenuto manualmente.
La seconda parte della monografia esamina questa cultura presente ai nostri giorni in alcune popolazioni del Centro e sud Africa, che, ammantata di un’atmosfera rituale, segna i passaggi di età nelle adolescenti. Essa appare legata ad alcune etnie : i Baganda, in Uganda; i Luba, in RDCongo; i Tutsi, in Ruanda; i Venda, in Sud Africa; e per esclusione, non la praticano gli Yao, in Malawi. Questa cultura è così specifica di queste popolazioni da conservarsi anche in migrazione, dove assume il significato di carattere identitario .
Nella terza parte, con il nome di ipertrofia labiale, ritroviamo la stessa morfologia anche in occidente ( in Italia) su pazienti ostetrico /ginecologiche; dove è riconosciuta sia come struttura ereditaria, che come risultato di manualità. La ipertrofia può essere vissuta negativamente nei soggetti ed indurli sempre più frequentemente ai nostri giorni al ricorso alla chirurgia estetica, per la riduzione genitale (labio-plastica). In conclusione il sovrallungamento delle piccole labbra si caratterizza come una morfologia, comune a molte donne africane del passato e del presente, ma anche a quelle occidentali.