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Martedì, 23 Novembre 2010

Il Premio Nobel per la Fisica è stato quest’anno assegnato a due ricercatori russi Andre Geim e Konstantin Novoselov, pionieri nelle ricerche sulla struttura del grafene. Il grafene è un nano-materiale costituito da un solo strato di atomi di carbonio disposti in un reticolo a nido d'ape che rendono questo materiale infinitamente sottile. Il grafene è un foglio di carbonio al cui interno gli elettroni possono muoversi con estrema mobilità, spostandosi come particelle del tutto prive di massa. Il grafene è anche circa 200 volte più resistente dell’acciaio. I suoi campi di utilizzo sono ampissimi e potrebbe a breve rivoluzionare la nostra vita quotidiana. Dall’elettronica alla tecnologia, alla medicina, alla produzione di energia rinnovabile, alla costruzione di nuovi potenti e velocissimi computer.
Anche l’Italia ha contribuito e contribuisce a comprendere meglio le potenzialità applicative di questo rivoluzionario nano-materiale. La Scuola Normale Superiore di Pisa, ad esempio, è particolarmente attiva in queste pionieristiche attività di ricerca che

si sviluppano in un contesto di collaborazione internazionale.
La Scuola Normale Superiore di Pisa per chi non la conosce è un prestigioso centro di formazione e di ricerca, che si conferma anche con i risultati, ancora oggi, uno dei migliori a livello internazionale.
Fondata da Napoleone nel 1810 sull’esempio dell’École Normale Supérieure di Parigi, la Normale di Pisa è un centro di eccellenza formativa nella quale docenti, ricercatori e studenti svolgono attività didattiche e di laboratorio,  sviluppano eventi culturali e realizzano iniziative sperimentali.
La grande risorsa della Normale è la qualità dei suoi studenti. Selezionati sulla base del merito attraverso un apposito concorso, vivono in un sistema collegiale completamente gratuito e seguono un percorso di studi imperniato su una virtuosa e proficua condivisione di ricerche, esperienze, intuizioni, approfondimenti.

Pubblicato in Fisica

WWF: “Basta prestiti dalla natura. È ora di rientrare nei limiti del pianeta”
Quest’anno ci abbiamo messo meno di nove mesi per esaurire il budget di risorse naturali che il pianeta era in grado di  offrire. Lo rivelano i dati del Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca ambientale statunitense, che ogni anno calcola il momento in cui l’umanità arriva ad utilizzare tutte le risorse che il pianeta è in grado di fornire. Nel 2010, l’overshoot day cadrà già il 21 agosto, giorno in cui l’umanità avrà richiesto tutti i servizi ecologici – dalla capacità di assorbire la CO2 alla produzione di materie prime come il cibo – che la natura poteva fornire quest’anno. Da quel giorno in poi, fino alla fine dell’anno, soddisferemo la nostra domanda ecologica attingendo alle riserve  di  risorse naturali e accumulando gas serra in atmosfera.

“Il mondo sta attraversando un periodo di grave crisi economica, ma il deficit ecologico che abbiamo accumulato è molto più grave di qualunque crisi economica che abbiamo attraversato e che potremo attraversare in futuro – dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Non possiamo più chiedere ‘prestiti’ alla natura per finanziare i nostri consumi. Gli sconvolgimenti climatici e naturali degli ultimi tempi lo confermano. L’uomo deve porre fine allo stile di vita consumistico che sta drammaticamente impoverendo il pianeta, con ricadute evidenti anche sul benessere umano. È ora che governi, imprese e consumatori colgano al più presto tutte le opportunità offerte dalla green economy e da uno stile di vita sostenibile, per impostare  un futuro in cui le necessità umane rientrino nelle possibilità del pianeta di sostenerle.”

Pubblicato in Ambiente

WWF e Legacoop lanciano il Progetto “Terre dell’Oasi”: la natura si difende anche ‘a tavola’
Il 21% della superficie agricola in Italia ancora ‘ricca’ di biodiversità e bellezza paesaggistica, un dato da cui partire

Si può salvare la natura anche a tavola se il cibo, come l’olio, la pasta, il miele biologici provengono da aree protette come le Oasi WWF.  E’ questo lo spirito del nuovo progetto Terre dell’Oasi, promosso da WWF Oasi e dalle Cooperative delle Oasi aderenti a Legacoop, che sostiene l’iniziativa, nato per difendere la biodiversità e i paesaggi agrari grazie ad un’agricoltura pulita e sostenere, attraverso la vendita diretta dei prodotti,  la gestione delle Oasi e dei progetti di conservazione che si svolgono al loro interno.  Il progetto è stato lanciato da WWF  e Legacoop con un evento speciale che si è tenuto ieri sera a Roma presso la Città del gusto, sede del Gambero Rosso.

Il WWF ha colto l’occasione per segnalare come sia da tempo ampiamente riconosciuto il rapporto diretto tra agricoltura e conservazione della biodiversità, sia selvatica che domestica.  Il 92 % del territorio europeo, infatti, è occupato da aree rurali e circa il 50% delle specie animali minacciate o in declino è in varia misura dipendente dagli ambienti agricoli. L’ultima relazione tecnica dell’UE sullo stato di conservazione degli habitat nei paesi comunitari indica che quegli agricoli sono in uno stato di conservazione peggiore rispetto agli ambienti non agricoli (7% considerati favorevoli  a fronte del 21% per gli altri habitat). In Italia circa il 42% del territorio nazionale è destinato ad attività agricole (ISPRA, 2010) e una porzione di questo, circa il 21% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata), conserva caratteri di alto valore naturalistico, in termini di biodiversità genetica, di specie e di paesaggio. L’Italia, insieme a Spagna, Grecia, Gran Bretagna del nord e Scandinavia, conserva un’alta percentuale di aree agricole di alto valore naturale.
Ma la domanda dei consumatori per i prodotti biologici, che dal 2000 al 2005 sono usciti dalla ‘nicchia’ per entrare in un vero e proprio segmento di mercato, deve fare i conti con il sistema nazionale di aziende agricole (non solo ‘bio’) che in 10 anni (dal 2000 al 2010) sono ‘crollate’ del 27% soprattutto quelle con allevamenti, passate dal 37% al 18,5% del totale. In questo comparto il biologico per fortuna è in crescita: sebbene  la quota di consumi in Italia oscilli ancora intorno all’1,5% (poca cosa rispetto alla media europea del 20-30%) gli operatori del settore sono passati dai 41.613 nel 2000 ai 48.509 del 2009 mentre gli ettari coltivati  cereali, olivi, viti e pascoli “bio” sono oggi 1.106.684, oltre 500.000 ettari in più rispetto al 2000.

Pubblicato in Ambiente

Proteggere almeno il 17% delle aree verdi e il 10% degli oceani entro il 2020. Questo l‘impegno assunto dalla decima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) tenuta a Nagoya, dal 18 al 29 ottobre 2010.
I rappresentanti dei 193 paesi firmatari della Convenzione si sono dati appuntamento con le ONG nella città portuale del Giappone orientale, “per rispondere alla sfida senza precedenti della perdita di biodiversità, aggravata dai cambiamenti climatici”, come ha dichiarato Ahmed Djoghlaf, segretario esecutivo della CBD. Adottata nel maggio 1992 a Nairobi in Kenya, la Convenzione sulla Diversità Biologica è stata aperta alla firma delle Parti nel giugno dello stesso anno, durante il Summit Mondiale ONU dei Capi di Stato di Rio de Janeiro.

Pubblicato in Ambiente
Martedì, 23 Novembre 2010 00:00

Caccia - WWF: abbattuta gru nel salernitano

Sabato 20 durante i normali controlli in provincia  di Salerno le guardie venatorie del WWF hanno trovato abbattuti da cacciatori una gru (a destra nella foto) e un giovane di nitticora, animali particolarmente protetti e facilmente riconoscibili anche dai meno esperti.

Le guardie WWF insospettite dal comportamento di tre cacciatori, si sono fatte consegnare tutta la selvaggina abbattuta. I cacciatori  hanno ammesso le loro responsabilità e,  accompagnati alla Caserma dei Carabinieri di Borgo Carillia, sono stati denunciati penalmente e sono state sequestrate le armi, munizioni e la selvaggina illegalmente abbattuta.

Pubblicato in Ambiente
Martedì, 23 Novembre 2010 00:00

Leonardo torna nello spazio

Nuova vita per il “vecchio” modulo logistico Leonardo, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana per la Stazione Spaziale Internazionale e protagonista, tra il marzo 2001 e l’aprile 2010, di diversi voli di rifornimento verso la ISS.
Da dicembre, il modulo diventa parte integrante della Stazione, nella veste di modulo permanente.
L'unità ribattezzata PMM - Permanent Multipurpose Module, ospiterà in modo permanente esperimenti, attrezzature e materiali di supporto alla presenza degli astronauti a bordo ed alle operazioni.
L’iniziativa si colloca ancora nell’ambito della collaborazione tra ASI e NASA oggetto del  Memorandum of Understanding (MoU) for the design, development, operation and utilisation of three Mini Pressurised Logistics Modules (MPLM) for the International Space Station (ISS ) del  9 ottobre 1997, che ha dato luogo allo sviluppo, da parte dell’ASI, dei tre moduli logistici Leonardo, Raffaello e Donatello.
Per garantire la compatibilità con la permanenza in orbita e con il prolungamento della vita operativa sono stati necessari alcuni interventi sul modulo Leonardo, in particolare il rinforzo delle protezioni meteoritiche, alcune modifiche nell’allestimento interno, la rimozione di alcune parti non richieste nello scenario operativo di PMM e l’estensione della qualifica per ulteriori 10 anni.

Pubblicato in Astronomia
Martedì, 23 Novembre 2010 00:00

COSMO-SkyMed: sistema completo

Non c’è tre senza quattro: il 25 ottobre l’“occhio spaziale” FM4 lascerà la superficie del nostro pianeta per aggiungersi agli altri tre satelliti gemelli che compongono la Costellazione radar in banda X di COSMO-SkyMed.

Il più importante programma italiano di Osservazione della Terra giunge così con successo al completamento ad appena tre anni di distanza dal lancio del primo segmento, effettuato nel giugno del 2007 dalla base militare di Vandenberg in California (la stessa da cui FM4 lascerà il nostro pianeta). COSMO-SkyMed 4, integrando in orbita i tre omologhi già operativi, permetterà alla Costellazione di funzionare sfruttando pienamente le proprie potenzialità. Così configurato l’occhio radar della Costellazione, concepita per funzionare in modo duale (per usi sia civili che militari) ricoprirà un ruolo di sempre maggiore importanza nella protezione dell’ambiente, nella prevenzione di catastrofi naturali e in generale nella gestione di ogni tematica inerente la sicurezza del territorio.

Pubblicato in Planetologia
Martedì, 23 Novembre 2010 00:00

La musica che cura

Tutti noi abbiamo a che fare con la musica, che in generale consideriamo una creazione artistica funzionale all’intrattenimento. Ma così pensando le facciamo un grave torto, perché, pur rimanendo indiscussa la sua carica di gran piacere, non consideriamo affatto una delle più importanti funzioni dell’arte dei suoni, ossia quella diagnostico-terapeutica, vale a dire la scienza medica che prende il nome di Musicoterapia.

Si tratta di un settore medico che prende in considerazione l’uso della musica e dei suoi elementi (suono, ritmo, melodia e armonia) in un processo atto a facilitare o sollecitare la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione e l’organizzazione dell’individuo in difficoltà, o anche risolvere o migliorare problemi legati a necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali o cognitive.
In parole semplici la Musicoterapia è la scienza che studia il complesso rapporto fra l’uomo e il suono, al fine di scoprire quali sono gli elementi presenti nella musica in grado di aprire i canali emozionali che sono alla base del processo di recupero del paziente in difficoltà.

Molteplici sono i campi di applicazione: autismo infantile, ritardo mentale, disabilità motorie, morbo di Alzheimer, psicosi, disturbi dell'umore, disturbi somatoformi (in particolare sindromi da dolore cronico), disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa o anche bulimia), plurihandicap e sindromi varie, ed inoltre sono possibili altre attuazioni in campo anestesiologico e chirurgico.

Pubblicato in Medicina
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