Simply ingenious: Students invent edible packaging from eggshells
Ready-made meals like ramen noodles are ideal for quickly satisfying hunger: Open the bag, stir – done! However, the quick snacks produce a lot of environmentally harmful plastic waste. To tackle this problem, the student team EDGGY from the University of Hohenheim in Stuttgart rolled up its sleeves and developed edible packaging made from eggshells and other plant-based raw materials. And even better: they simply dissolve in the hot water and can be eaten as an additional protein boost. For this sustainable and innovative idea, the five students received the prize for the most innovative idea at the EIT Food Reuse2Repack Challenge and prize money of EUR 1,200. Video about product & winning team.When it’s dry, the 4 x 2 centimeter bag looks like normal plastic. But just a little hot water is enough, and within seconds there is nothing left of it.
No plastic waste that’s harmful to the environment when snacking. “By using proteins, our packaging is even really healthy!” stated Lina Obeidat, who is studying for a Master’s degree in Food Science at the University of Hohenheim.
Obeidat had the brilliant idea while cooking with her mother: "We had cracked eggs for our dish. The moment I was about to throw the shells away, the idea ran through my mind: What protects the egg should also be suitable as packaging, shouldn’t it?”
Dall’RNA nuovi possibili trattamenti per i tumori
Scoperta una nuova correlazione tra le molecole di RNA circolari e il tumore pediatrico rabdomiosarcoma. I risultati di questa ricerca aprono una nuova strada nell’identificazione di innovativi approcci terapeutici contro questa forma di cancro
Un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia – IIT e della Sapienza Università di Roma guidato da Irene Bozzoni, coordinatrice del laboratorio Non coding RNAs in Physiology and Pathology, ha scoperto una nuova correlazione tra le molecole di RNA circolari e il tumore pediatrico rabdomiosarcoma. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, rappresentano un importante contributo per lo sviluppo di innovativi approcci terapeutici.
Un ticchettio di orologio suona nei nostri vasi sanguigni
Ricercatori dell’Università di Padova scoprono che il ciclo circadiano e la proteina BMAL1 possono interferire con la proliferazione dei nostri vasi sanguigni.
L'orologio circadiano è un timer biologico interno che coordina il funzionamento dei nostri organi e l'espressione genica con il giorno solare di 24 ore.
Alterazioni dell’orologio circadiano sono state associate a disfunzioni vascolari suggerendo una possibile diretta funzione dell’orologio circadiano nelle cellule endoteliali che formano i
vasi sanguigni. Tuttavia, il ruolo funzionale dell'orologio circadiano nelle cellule endoteliali e nella regolazione dell'angiogenesi (processo di formazione dei vasi sanguigni) è ampiamente inesplorato.
«Nel nostro laboratorio abbiamo utilizzato approcci innovativi per dimostrare che le cellule endoteliali possiedono un proprio orologio molecolare e mostrano robuste oscillazioni dell’espressione dei geni durante l’alternarsi del giorno e della notte – spiega il prof. Massimo Santoro, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e corresponding author dello studio -. Compromettendo la funzione specifica del maggiore regolatore dell'orologio circadiano, una proteina chiamata BMAL1, rileviamo difetti dell'angiogenesi nei tessuti vascolari neonatali del topo, nonché nei vasi sanguigni che irrorano un tumore.
The hidden power of Japanese food ― inhibiting the development of liver fibrosis
Japanese food is popular worldwide and has been registered as a UNESCO Intangible Cultural Heritage. There is a scoring system named “the 12-component modified Japanese Diet Index (mJDI12),” which focuses on the intake of the Japanese diet pattern. It includes 12 foods and food groups: rice, miso soup, pickles, soy products, green and yellow vegetables, fruits, seafood, mushrooms, seaweed, green tea, coffee, and beef and pork. Scores range from 0 to 12, with higher scores indicating a diet that conforms to the Japanese food pattern.
A research group led by Dr. Hideki Fujii M.D. and Associate Professor Yoshinari Matsumoto at the Osaka Metropolitan University analyzed the relationship between meals rated by mJDI12, muscle mass, and liver fibrosis progression in 136 patients with nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD) attending the Osaka Metropolitan University Hospital.
How evolution has influenced the shape of the brain
The connections between the structure of the brain and its function are a key focus of neuroscience. A new Medical University of Vienna study involving a team of international partners has been looking at evolution and its relationship with the capabilities of human and animal brain architecture. The findings showed that the shape of the brain has developed in parallel with the organ’s function throughout the course of evolution. The results of the study were published in the renowned journal Nature Communications.
In the study, 3D surface models of the brains of 90 species of Euarchontoglires (supraprimates), such as humans, macaques, marmosets, mice, rats, squirrels and hamsters, were examined. Computer-based modelling of common ancestors and analysis of the shapes of neuronal structures was used to create a common representation of the brains. For the first time, this made it possible to analyse the diversity of brain forms and their relationship to function, behaviour and ecology, i.e. the relationship between living beings and their environment.
Pesticidi, nuovo report di Greenpeace: nei lime brasiliani venduti in UE, cocktail di sostanze tossiche
Un nuovo rapporto di Greenpeace dal titolo “Lime ai pesticidi. Un cocktail tossico: l’accordo commerciale EU-Mercosur” denuncia la presenza di diversi residui di pesticidi sui lime prodotti in Brasile e venduti nell’Unione Europea. Un laboratorio accreditato e certificato ha analizzato 52 campioni di lime acquistati in supermercati e mercati all’ingrosso in Italia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia, trovando residui di pesticidi in tutti i campioni tranne uno.
Metà dei pesticidi rintracciati sono considerati altamente pericolosi (HHP)[1], in quanto presentano un rischio elevato per la salute umana, gli animali o l’ambiente. I pesticidi trovati – tra cui l’erbicida glifosato e gli insetticidi imidacloprid e cipermetrina – sono venduti soprattutto da aziende europee in Brasile, uno dei principali consumatori di pesticidi a livello mondiale. Tra i pesticidi presenti nei lime, ve ne sono alcuni non approvati o vietati nell’UE che però vengono venduti all’estero e tornano sulle nostre tavole sotto forma di residui. I principi attivi non autorizzati sono stati rintracciati più comunemente nei lime acquistati in Germania e in Italia, i quali contenevano anche il maggior numero di pesticidi considerati altamente pericolosi.
Tornano le giornate delle Oasi WWF per seguire "il richiamo della natura"
DAL 22 APRILE AL 21 MAGGIO 5 WEEKEND DI APERTURE STRAORDINARIE NELLA NATURA PROTETTA.
Torna la primavera e con essa, anche quest’anno, dal 22 Aprile al 21 Maggio tornano le “Giornate delle Oasi WWF”, in un’edizione ancora più ricca: un intero mese di eventi speciali e aperture straordinarie per immergersi nella natura d’Italia e scoprirne la meraviglia e il valore per il nostro benessere.
Oltre che luoghi meravigliosi, le Oasi sono il più grande progetto di conservazione del WWF in Italia, da oltre 50 anni: dalla storica Oasi del Lago di Burano in Toscana alle maestose Gole del Sagittario in Abruzzo, dai prati alpini di Valtrigona in Trentino alle scogliere di Torre Salsa in Sicilia, tutte le Oasi WWF svolgono un ruolo centrale per difendere migliaia di specie, fare educazione in natura e promuovere uno sviluppo davvero sostenibile. E tutte hanno un richiamo speciale a cui rispondere nell’arco di ben cinque weekend, con decine di iniziative tra cui scegliere.
Il segreto per sconfiggere Alzheimer e Parkinson nascosto nella laguna di Venezia?
Ad oggi, non conosciamo ancora quali siano le cause di malattie come l’Alzheimer o la Malattia di Parkinson; di conseguenza, le terapie a disposizione non sono purtroppo in grado di arrestare o rallentare la patologia. Ciò vale per tutte le cosiddette “malattie neurodegenerative”, che comprendono anche nomi noti, quali la Sclerosi Laterale Amiotrofica, e meno noti come la Demenza o Sindrome Fronto-Temporale (FTD).
Ma un inatteso aiuto potrebbe arrivare da un piccolo animale marino, l’invertebrato di nome botrillo, un animaletto che cresce e si riproduce a basse profondità in mari quali il Mediterraneo e, in particolare in zone ricche in nutrienti e calde dell’Adriatico, come la Laguna di Venezia. Si tratta di un essere vivente molto semplice che presenta al suo interno anche un cervello rudimentale, costituito da poco meno di un migliaio di neuroni. Tuttavia tale organismo appartiene al gruppo di animali considerati i parenti più prossimi ai vertebrati (il gruppo a cui anche l’uomo appartiene) e, anche per tale motivo, i ricercatori lo stanno studiando da tempo.
'Salviamo l'orsa Jj4" . Firma la petizione lanciata su Change.org
L'appello per salvare l'orsa Jj4 lanciato da Change.org ha raggiunto nel giro di pochi minuti 140.000 firme.
La rigidità muscolare nella malattia di Parkinson: alla base c’è la disfunzione di un circuito neuronale
Un nuovo studio internazionale, pubblicato sulla rivista Brain e coordinato dal Dipartimento di Neuroscienze umane della Sapienza, suggerisce una nuova ipotesi interpretativa della rigidità muscolare nella malattia di Parkinson.
Uno dei tratti caratteristici della malattia di Parkinson è la rigidità muscolare, un aumento patologico del tono muscolare che si manifesta con una contrazione sostenuta e involontaria, che costituisce una invalidante limitazione della mobilità, talvolta associata a dolore cronico. Ad oggi sono ancora poco chiari i meccanismi alla base del fenomeno, del quale non è disponibile neanche una misura strumentale affidabile.