La mobilitazione è concepita come una celebrazione della resilienza della natura e delle comunità, utilizzando simboli che rappresentano la vita multispecie, le energie rinnovabili e la possibilità di uno stile di vita compatibile con la salute del pianeta.
Interconnessione tra Crisi e Conflitti
Il Climate Pride promuove il concetto di una giusta transizione che coniughi la tutela ambientale con i diritti dei lavoratori e uno sviluppo equo, creando occupazione sostenibile e di qualità.
L'attuale scenario geopolitico è segnato da una drammatica interconnessione: il modello economico basato sull'estrazione e l'uso di combustibili fossili alimenta ingiustizie sociali, guerre e devastazione ambientale. Il riarmo e l'industria fossile sono visti come due facce della stessa dinamica estrattivista e coloniale, volta a proteggere profitti privati a discapito dei popoli e degli ecosistemi. Molti dei conflitti in corso (dal genocidio in Palestina alle guerre per il controllo delle risorse) sono intrinsecamente legati alla dipendenza globale da gas, carbone e petrolio, con ingenti spese militari destinate alla protezione dei progetti estrattivi delle multinazionali.
Difesa dei Diritti e Cambiamento Radicale
La manifestazione si pone anche come un forte richiamo alla pace e alla difesa dei diritti umani, delle popolazioni originarie e dei lavoratori. Sottolinea l'importanza di garantire la libertà di protesta e di contrastare la criminalizzazione del dissenso. L'evento evidenzia l'interconnessione tra salute, giustizia climatica e benessere sociale, esigendo politiche che impongano la responsabilità a chi inquina e che promuovano la bonifica e la riconversione dei territori contaminati.
Il Climate Pride è una dimostrazione simbolica e concreta della necessità di un cambiamento radicale, equo e sostenibile, adottando un approccio intersezionale, transfemminista e anticoloniale.

